Preferiamo EastEnders..
La saga Brexit continua. Il governo populista britannico pubblica un disegno di legge sulla regolamentazione del mercato interno che contiene delle clausole che non rispettano alcune parti dell’accordo di uscita dall’UE. Nel caso diventasse legge la Gran Bretagna sarebbe in breach di un accordo internazionale e l’UE e’ pronta a farle causa. La proposta, se approvata con le suddette clausole, renderebbe anche difficile un accordo commerciale con gli USA che si sono già espressi in tal senso. Tale disegno di legge e’ quindi improbabile passi alla Camera dei Comuni. E ancora meno che passi alla Camera dei Lord, caratterizzata da un severo rispetto della costituzione. E’ probabile che queste clausole vengano a breve tolte ma ci si domanda perche’ proporre qualcosa del genere proprio durante le fasi finali dell’accordo commerciale con l’UE. La risposta potrebbe essere legata al consulente personale di Johnson, Dominic Cummings, creativo e senza scrupoli, che potrebbe avere escogitato questo diversivo per ottenere concessioni per l’accordo commerciale. E’ certo difficile ricordare un periodo storico in cui la Gran Bretagna sia caduta tanto in basso. In considerazione dei pochi ostacoli ad un accordo commerciale (l’accordo sulla pesca sembra facile; l’accordo sugli aiuti di stato sembra fattibile visto che comunque la Gran Bretagna li ha sempre usati meno degli altri stati UE; il disegno di legge di cui sopra e’ probabile sia ritirato visto che difficilmente verrebbe approvato dal parlamento inglese) rimaniamo fiduciosi che questo venga alla fine concluso, sebbene la logica alcune volte non funziona per prevedere le mosse dei governi populisti. Il mercato equity UK e’ molto depresso e oltre il 40% dell’indice FT100 e’ value. Ci aspettiamo tuttavia lo diventi ancora di più in caso di mancato accordo. E la sterlina raggiunga la parità con l’euro. In quella situazione compreremmo ancora il mercato equity UK sul crollo (nei paesi democratici i politici possono andare a casa). Nel caso l’accordo venga trovato ci aspettiamo un bell’upside, da qui a fine anno, per mercato equity UK e sterlina. Oggi il disegno di legge verra’ discusso alla camera dei Comuni.
Nikola…
La settimana e’ stata difficile per la tecnologia americana che sembra respirare dopo un rally mozzafiato la cui giustificazione richiede una certa dose di fantasia di cui il mercato pero’ non manca. Questo storno ha pesato sul maggiore indice americano che ha circa il 40% di tecnologia. Tra le notizie della settimana la chiusura di un accordo di produzione tra Nikola e GM, attraverso cui GM produrra’ i veicoli di Nikola e fornira’ il battery pack per quei veicoli Nikola a batteria, mentre per quelli a idrogeno la tecnologia sara’ fornita da Nikola. Il titolo ha fatto il 40% sulla news, per poi perderlo tutto su un report di un hedge fund che indica la societa’ come una frode. Questa vicenda denota lo stato di bolla in cui ci troviamo. Notizie poco chiare hanno ripercussioni enormi sui titoli in considerazione della componente opzionale sul loro valore totale. Se mai emergesse che Nikola e’ una frode, societa’ di analisi del calibro di JPM e un automaker come GM dovranno spiegare il modo in cui effettuano le loro ricerche/due diligence…
Drahi, tutto meno che fesso…
Patrick Drahi ci obbliga a parlare ancora di telecomunicazioni. Il miliardario francese lancia in settimana un’offerta per acquistare le minorities di Altice Europe che ha come maggiore asset il secondo operatore francese SFR. Quando un singolo investitore e’ felice di comprarsi, con il 25% di premio, le minorities della sua la societa’, indebitando la sua holding, viene da pensare che l’imprenditore abbia molta fiducia nel futuro della societa’ stessa e del suo business. Se poi la societa’ ha un rapporto debito/Ebitda di 5x, questo risulta ancora piu’ eclatante. Qualcosa di simile era accaduto a Iliad, quarto operatore francese (e quarto operatore italiano), quando, a inizio anno, il suo fondatore, Xavier Niel, ha effettuato un buyback di azioni personale col 38% di premio, per un totale di 1.4 miliardi di euro, portando la sua partecipazione al 72% (qui l’indebitamento e’ inferiore ma sempre significativo, a 3x debito/Ebitda). In un contesto di mercato, quello francese, dove tutti gli operatori hanno una quota di mercato che li rende profittevoli e 2 di questi, i piu’ aggressivi, sono molto indebitati, ci viene da pensare che la guerra dei prezzi sia finita, come e’ stato anche implicitamente confermato da Orange e Bouygues durante la presentazione dei risultati del secondo trimestre. Proprio a luglio il prezzo minimo per un abbonamento mobile e’ passato da 10 euro a 14 euro. Con un indebitamento rispettivamente di 2.1x e 1.2x l’EBITDA, dividend yield >7% e >5% e EV/Ebitda di 4.4x e 5.2x, Orange e Bouygues rappresentano ottimo valore. Se poi, come crediamo, i risultati tenderanno a breve a migliorare, vediamo qui un profilo rischio(limitato)/beneficio (significativo) molto attraente. Abbiamo gia’ ricordato che Bouygues ha anche una divisione costruzioni che dovrebbe beneficiare degli investimenti infrastrutturali e controlla un piccolo (piccolo ora, avendo perso in 5 anni il 70% del suo valore a seguito del derating legato ad internet) broadcaster, TFI, che tratta a valutazioni molto depresse e che beneficiera’ della ripresa della pubblicita’. Per ricordarsi a cosa portano le bolle, TFI, primo broadcaster francese, nel 2000 valeva circa 12 volte di piu’ in borsa…Oggi e’ tornato ai livelli del ’93, pur essendo solido e profittevole e il business model tutt’altro che morto.
Lacrime e sorrisi, solo per una monetina…
A proposito di broadcaster e pubblicita’, RTL in settimana ha presentato alla conferenza europea di Kepler. Nel terzo trimestre la pubblicita’ sembra andare molto meglio di quanto previsto (flat vs -10% previsto). La normalizzazione sembra procedire spedita, e solo il settore turistico rimane comprensibilmente timido nello spendere in pubblicita’. Questo e’ un ottimo dato e conferma quanto detto recentemente dalla agenzia pubblicitaria globale Publicis. Il settore broadcasting e quello delle agenzie pubblicitarie trattano, nonostante cio’, a livelli estremi. RTL dovrebbe fare il 50% per solo tornare ai livelli di febbraio, come Publicis, TF1 il 30%. Sul prudenziale P/E 2021 valgono rispettivamente 9x, 6,5x e 10x gli utili. Sono solide. E pagano tra il 5% e il 9% di dividendi. La old economy non e’ poi tanto male!
Rumori
In accelerazione il trend di diminuzione dei nuovi casi di COVID negli USA, con una media settimanale che scende da circa 42k a circa 35k. Vero e proprio crollo della media a 7 giorni in Brasile (da 40k a 27k). Rimane invece fastidiosa la situazione in Europa dove i nuovi casi in Francia continuano a salire (media a 7 giorni da 6,5k a 8k) cosi’ come in UK (da 1,6k a 3k). Germania e Italia stabili con una media settimanale di circa 1,5k al giorno. Migliora la Spagna (da 7k a 3k). Per sintetizzare, niente di drammatico ma neanche il miglioramento che ci saremmo aspettati a questo punto. Rimane l’attesa per il vaccino che dovrebbe mettere la parola fine a questa annosa vicenda, ma lo scorso mercoledi’ e’ uscita la notizia che la fase 3 del vaccino dell’Universita’ di Oxford e di AstraZeneca e’ stato interrotto perche’ una persona (delle 14k sottoposte a vaccino) ha avuto dei problemi. Proprio di ieri la bella notizia che la fase 3 e’ stata ripresa.
Se i mercati principali non guardano troppo all’andamento della pandemia nei paesi emergenti, i mercati locali seguono tuttavia le vicende Covid. Le notizia di un nuovo lockdown a Jakarta ha fatto scendere il listino locale del 10% in 2 giorni, (per poi recuperarne circa la meta’). Ricordiamo che l’economia indonesiana dovrebbe risultare invariata nel 2020 sebbene il mercato azionario locale abbia perso quasi il 30% e l’indice delle small caps quasi il 40%, nonostante quest’ultimo abbia eccezionali potenzialita’ di crescita e fosse gia’ a sconto verso l’indice big caps del 40% a inizio anno. Queste fasi di mercato offrono ottime opportunita’ di medio periodo.
Cercasi truccatori professionisti o procuratori calcistici per Toshiba. Astenersi perditempo
Il Giappone e’ tornato a far parlare di se grazie alla recente disclosure degli acquisti di Buffet, e una serie di case di investimento lo stanno offrendo come alternativa per uno switch dal supertecnologico e caro S&P500 o MSCI World (che ha circa il 60% di titoli americani e solo il 6% di Giappone…). Che questo mercato tratti a valutazioni molto interessanti e presenti significative opportunita’ di investimento per chi sa aspettare e’ un argomento che abbiamo gia’ trattato. Oggi parlerei di qualche caso concreto. Toshiba e’ un conglomerato giapponese che anni fa ando’ in crisi a causa di grosse perdite nella divisione nuclear power. Per coprire tali perdite vendette il 60% della sua divisione NAND, dove lei era, ed e’ ancora oggi, il secondo produttore al mondo, a un gruppo di investitori. Ad ottobre questa divisione, ridenominata Kioxia, si quotera’. Toshiba non ha debito e ha una capitalizzazione in borsa di circa 13 miliardi di dollari. Al netto della sua partecipazione in Kioxia (che andra’ in borsa con una valutazione totale di circa 19 miliardi di usd) e della liquidita’ netta, il titolo vale circa 4,2 miliardi usd . Toshiba ha circa altri 30 business di cui molti interessanti e altri senza la necessaria massa critica per produrre utili e che quindi andrebbero venduti. Questo piccolo conglomerato produce un EBIT, pre ristrutturazione, di 1,7 miliardi di usd e vale quindi un risibile 2,5 volte l’EBIT. Ricomprendendo business come il trattamento delle acque, rinnovabili, automazione industriale, condizionatori d’aria, batterie ricaricabili al litio per storage e veicoli elettrici, riteniamo che il multiplo giusto sia chiaramente molto piu’ alto. Questo e’ uno dei tanti esempi di societa’ giapponesi con un downside estremamente basso ed un upside potenzialmente molto significativo.
Neve e mele. Tutto figo
Questa settimana, il 15, vi sara’ il product event di Apple (Time flies) dove l’Apple Watch 6, l’Ipad Air e poi sicuramente qualcos’altro a sorpresa, saranno presentati, ma la release dell’iphone 5G avverra’, come anticipato a luglio, solo a ottobre. Si quotano in settimana Snowflake (cloud services) e Unity (game engine) in due IPO estremamente ingombranti e significative per tastare il mercato tech.
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