Come fly with me
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Come sappiamo, investire in titoli o settori definiti value vuol dire investire fuori dalla massa. Titoli o settori che sono definibili value, ossia che trattano a valutazioni depresse rispetto al valore delle attività o degli utili, lo sono per una ragione. Normalmente deriva dalla mancanza di crescita degli utili, i cui motivi possono essere i più disparati: regolamentazione, competizione, ciclo economico, evoluzione tecnologica, rischi finanziari o molte altre ancora. Spesso ciò che oggi è considerato eccezionalmente promettente dagli investitori, domani viene gettato via senza nessun rimpianto dagli stessi. Le aree particolarmente depresse, quelle che scontano quasi tutti i problemi e nessuna delle opportunità, noi le chiamiamo nicchie, in contrasto ai temi di investimento, normalmente in crescita e molto ben visti dal mercato e conseguentemente valutati.
Vi sono poi nicchie strutturali o nicchie congiunturali.
Le nicchie strutturali sono quelle aree di mercato che trattano a valutazioni molto contenute per problemi appunto strutturali. Un esempio può essere il settore telefonico o quello bancario. La regolamentazione sopravvenuta a seguito la crisi dot-com del 2000 o quella legata alla crisi bancaria del 2008 hanno creato vincoli che impediscono a questi settori di guadagnare il loro costo del capitale. Nel lungo periodo chiaramente questo implica che vi saranno meno player disposti ad investire in questi settori e questo, inevitabilmente, porterà ad un rilassamento della regolamentazione che, a sua volta, porterà alla loro rivalutazione. Individuare il timing di questi cambiamenti non è semplice e bisogna essere concentrati per anni a individuare segnali anticipatori. Altri esempi di nicchie strutturali sono proprio quelle su cui NicheJungle ha lanciato i progetti NJ Japanese Orphan Companies e NJ Korea Reunification. L’anomala sottovalutazione delle aree di mercato oggetto di questi progetti trova il loro fondamento nella storia. Anche qui l’individuazione dei catalyst che possono riequilibrare situazioni valutative, chiaramente parossistiche, è importante. Un po’ di pazienza è dovuta, ma più che giustificabile visto il potente upside potenziale e il rischio ridotto.
Le nicchie congiunturali sono invece quelle aree di mercato che vengono velocemente riprezzate al ribasso per fenomeni esogeni, passeggeri. Esempi di fenomeni possono essere un ciclo economico, una crisi finanziaria, un evento straordinario come una guerra o una pandemia. Affinché un settore possa essere definito una nicchia congiunturale non basta che sia depresso a seguito del fenomeno, ma deve poter sopravvivere e continuare a crescere al suo venire meno.
Oggi a seguito prima della pandemia e poi delle paure di recessione vediamo una serie di nicchie congiunturali sul mercato e su queste abbiamo lanciato una serie di portafogli sul fondo Asian Value Niche. Sono quattro nicchie, tutte al 2,5% del fondo. Ogni nicchia avrà, una volta completato il portafoglio, da 15 a 20 titoli, ognuno con un peso che va dallo 0,1% allo 0,25%. Come sempre, la maggior parte di ciascun portafoglio sarà esposta all’Asia ex-Cina. Qui sotto una veloce disamina delle nicchie. Vi sarà poi l’opportunità di approfondirle meglio più avanti.
1.Come fly with me. Transportation recovery.
La pandemia ha visto l’utilizzo dei trasporti crollare dal 50% al 90%, a seconda del mezzo di trasporto e dell’area geografica. Le società di trasporto indebitate dovettero ricorrere a dolorosi aumenti di capitale o dover accettare il costoso aiuto statale. Dagli aerei, sino al trasporto su strada, acqua o binari. Per affari o per piacere. È stato un massacro. La ripresa post-pandemia è stata subito sostituita dalle paure di recessione. Il settore dei trasporti, in media, giace ora in borsa al 70% sotto i prezzi del 2019. Il mondo è cambiato? Dal lato dei viaggi di piacere, il trend non può che continuare potente appena le nubi della recessione si saranno diradate. Dal lato del business, un pieno ritorno ai livelli del 2019 non è previsto prima del 2024. Le video-call hanno in parte sostituito gli incontri. Questo implica risparmio costi e aumento efficienza. Tuttavia, gli incontri di persona rimarranno e aumenteranno insieme al PIL globale.
La percezione del rischio relativo al settore è molto aumentata. La capacità si è ridotta. Questo crea un’opportunità unica per esporsi in maniera diversificata ad un settore che gode di una crescita strutturale. L’uomo è un viaggiatore. La nicchia parte con una decina di titoli e verrà popolata gradualmente. I sotto-settori sono airlines, bus, ferrovie, taxi, ferries, cruises companies. Le aree di investimento sono Giappone, Corea, ASEAN, USA e Europa. Il portafoglio pone molta attenzione al debito e tratta ben sotto il TBV e con un P/E previsto per il 2024 intorno ai 6x.
2.Not meat’s land. Meat alternatives. There is not alternative…
Greenpeace elenca chiaramente le ripercussioni ambientali e sociali che comporta il consumo di carne:
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- Molte volte più del tanto criticato olio di palma, il consumo di carne è causa di deforestazione. Questo elimina polmoni di ossigeno necessari per il nostro pianeta, oltre che mettere a rischio di estinzione molti animali e alla distruzione di culture indigene. La foresta amazzonica si avvicina al “tipping point”, ossia al punto in cui inizierà inevitabilmente un processo di autodistruzione della parte rimanente.
- Le emissioni di CO2 derivanti dall’allevamento di mammiferi e volatili da carne è superiore alla somma delle emissioni di CO2 di tutti i mezzi di trasporto. Il consumo di tali alimenti è quindi la prima causa del cambiamento climatico.
- Circa un quarto della superficie vivibile terrestre è utilizzato per produrre cibo per mammiferi e volatili da macello. Se l’essere umano smettesse di mangiarli, un’enorme superficie di terra verrebbe resa libera e quindi disponibile per produzioni agricole destinabili all’alimentazione delle popolazioni più povere. Un kg di carne necessita 7 kg di risorse alimentari vegetali che potrebbero essere consumate dall’uomo e 10000 litri di acqua
- La carne da mammiferi e volatili non è salutare ed è responsabile di un numero importanti di tumori (qui il link al sito WHO che tratta della cancerogenicità del consumo di carne rossa e di carne lavorata). La carne, infatti, contiene la cadaverina che è una sostanza cancerogena. Il WHO classifica la carne rossa come elemento cancerogeno class 2A che vuol dire che è molto probabile che possa causare l’insorgere di tumori. Gli insaccati come class 1, ossia che portano all’insorgere di tumori. Il pollo allevato industrialmente è anche considerato veicolo di elementi patogeni e cancerogeni (PhPI). Inoltre la carne incrementa il rischio di malattie cardiocircolatorie. Il pesce non presenta questi problemi. I vegetali non presentano questi problemi.
- L’allevamento di mammiferi e volatili è fonte di terribile sofferenza fisica ed emotiva per gli animali. Essere meno intelligenti non vuol dire soffrire meno. Al consumatore non viene dato sapere quanta sofferenza vi sia dietro il suo hamburger o il suo prosciutto. Le lobby della carne sono molto attente a nasconderlo. Come scrisse Paul McCartney, se i muri dei macelli fossero di vetro saremmo tutti vegetariani…
Oggi ci sono in commercio tutte le alternative alla carne possibili. Se questo era un settore super caldo 18/24 mesi fa, oggi viene trascurato. Crediamo questa fase rappresenti un buon entry point per investire a valutazioni basse nel futuro dell’alimentazione. Giappone, Corea, Europa, Canada, USA sono le aree in cui investiamo.
3.Beauty for nothin’. Cosmetics and ingredients.
Se il lusso risponde alla necessità biologica dell’uomo di sentirsi parte di un gruppo o qui di distinguersi, la cosmesi risponde ad una istanza ancora più vitale: essere bella/o e rimanere giovane. È un’istanza che chiaramente non può trovare nella cosmesi una vera risposta. Nella cosmesi il soggetto può tuttavia trovare una speranza. E sono in fondo le speranze il carburante della vita e dell’entusiasmo dell’uomo.
Il settore vive fasi di grande crescita, seguite da fasi di decrescita, con aumento di competizione e riduzione dei margini. Dal 2012 al 2020 il settore fu caratterizzato da grande crescita ed espansione di margini e multipli. Il Covid cambiò le cose. Sono venute meno le uscite e le visite dai massaggiatori e parrucchieri. Intanto la competizione era aumentata, attratta dai robusti margini del settore. Oggi sono molte le società di qualità che sono tornate a valutazioni attraenti, con un contesto competitivo in graduale miglioramento in considerazione di una serie di player che escono dal mercato. Investiamo in player di prodotti finiti e produttori di ingredienti per questi (collagene, acido ialuronico, etc)
Il portafoglio è focalizzato su Giappone, Corea e USA, con importanti dividendi e intorno ai 6x gli utili.
4.Cocoon. Nursing Homes&Clinics.
Ricordo un incontro che facemmo a Mayfair nel 2015. Era una conference organizzata da un broker asiatico, CIMB, al Millenium Hotel, un hotel triste in un quartiere posh. Incontrammo il management del leader in Indonesia nella gestione di cliniche ed ospedali. Il titolo era esageratamente caro, ma la narrativa era tutta proiettata al futuro. Crescita borghesia e anziani in un paese emergente di 250 milioni di abitanti con enormi risorse naturali. Oggi il titolo non è più caro, vale il 10% di allora. Ma la narrativa è ancora valida.
Sempre più si comprende come la diagnostica giochi un ruolo primario nella prevenzione delle malattie. E come i servizi pubblici necessitino dell’ausilio di strutture private. È un tema andato in bolla diverse volte e mai del tutto esploso. Oggi pensiamo lo sia e si può comprare per il prossimo ciclo di crescita che inevitabilmente arriverà. Perché’ qui, evidentemente, la crescita non è in discussione…
Le case di riposo, una volta viste come l’oro grigio, ora sono divenute in Europa intoccabili a seguito dello scandalo Orpea. Crediamo che invece oggi siano investibili. In Giappone la scelta è enorme, le valutazioni molto basse, spesso sotto il valore dei soli immobili o addirittura del net cash delle società stessa. Titoli da accumulare per incassare il dividendo, aspettando che il senno ritorni.
Siamo qui esposti al Giappone, agli Usa, all’Indonesia e all’Europa.
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