Tenere duro tra alti e bassi
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Settimana difficile sui mercati. Una serie di notizie negative si sono abbattute sugli indici. In particolare, nuovi dati disoccupazione americani, considerazioni di Powell, recrudescenza della guerra commerciale sino-americana, affermazioni del dr. Fauci, dati sui nuovi casi in Brasile e in India e infine la responsabile scientifica dell’OMS ha affermato che prima di 4/5 anni non ci libereremo dal virus.
I dati sulla disoccupazione americani sono leggermente sopra quanto atteso. Sono brutti, come e’ normale che siano. La derivata seconda si e’ ormai appiattita da un paio di settimane. Tra qualche settimana inizieranno a scendere, in graduale accelerazione. Ci aspettiamo che per fine agosto lo scenario sia molto cambiato. Sono 3 mesi.
Powell ha detto che la situazione e’ brutta e che e’ meglio che gli Stati esagerino ora in termini di espansione fiscale, piuttosto che il contrario. Poi ha detto che non sa come la gente reagira’ in termini di consumi e investimenti prima di un vaccino (chi lo sa???). Infine ha detto che se non c’e’ un altro lockdown in autunno l’economia rimbalzera’ bene nella seconda parte dell’anno. Il rischio per l’economia come ben sappiamo sussiste ed e’ giusto che Powell usi la sua influenza per mantenere la pressione sul Congresso per eventuali ulteriori pacchetti a sostegno dell’economia.
Trump riinizia a sparare salve verso la Cina, deflettendo l’attenzione dalla gestione della crisi e giocando una delle carte che lo hanno portato alla Casa Bianca. Visto che la ripresa dell’economia non dipende ormai piu’ dai rapporti USA-Cina ma dal rientro della pandemia, una dialettica vivace non guasta, anzi in una fase difficile creare nuovi nemici e responsabili della pandemia aiuta. Non crediamo comunque sia questo quello che ora importa ai mercati. La politica commerciale USA la fara’ ormai il prossimo presidente. Ai mercati importa il ritorno alla normalità.
Il dr. Fauci e’ un epidemiologo e fa il suo mestiere. Microgestisce una crisi con l’unico intento di far rientrare l’epidemia. Gli altri elementi sono per lui lontani. A parte qualche raro esempio (vedi la Svezia) gli epidemiologi vivono in mondi diversi fatti di curve e modelli. Quando non sanno che pesci pigliare chiudono tutti in casa. A questo proposito qui una bella intervista al primario del San Raffaele che epidemiologo non e’ ma che ha gestito la divisione di terapia intensiva dell’ospedale durante l’epidemia, divisione che ha visto passare 1100 malati. www.meteoweb.eu/2020/05/coronavirus
Enfasi viene data all’India e al Brasile. Entrambi gli Stati non si possono permettere il lockdown, eppure ad entrambi gli Stati questo e’ stato fortemente consigliato dall’OMS, tanto assente durante la fase cinese dell’epidemia e tanto presente ora. L’India ci sta provando ma sta scoprendo che bloccare molte persone nella stessa casa sortisce l’effetto opposto. Inoltre crea dei disastri sociali. Il Brasile non ha seguito il consiglio dell’OMS e va avanti con poche limitazioni. In Brasile il contagio sta ancora accelerando, sebbene per ora con una potenza limitata, simile agli altri coronavirus che soffrono gli ambienti caldi. In settimana abbiamo effettuato delle call con societa’ indonesiane e quello che emerge e’ la sofferenza per questi lockdown, gestiti come strumenti politici, ma che lasciano stremate le categorie piu’ deboli e distruggono decine di migliaia di piccoli business.
Infine Dr. Soumya Swaminath, capo scienziato dell’OMS, ha affermato che ci vorranno 4/5 anni per debellare definitivamente il virus. Qui non si capisce se la responsabilita’ e’ piu’ della scienziata che non circostanzia bene la cosa o dei giornalisti che producono una notizia allarmante quando allarmante non e’. Delle malattie infettive virali che hanno tempestato il mondo negli ultimi 30 anni solo il vaiolo e’ stato debellato definitivamente. Tutti gli altri permangono, endemici in alcune aree e pronti a riaccendersi in determinate situazioni. Ricordiamo che ogni anno muoiono 500k persone di malaria e 1,5 mln di persone di TBC (di cui 200k bimbi e 400k in India). Entrambe malattie per cui esistono le medicine.
In conclusione non vediamo queste notizie come particolarmente negative. Crediamo che alcune parti del mercato, quelle piu’ value, siano tornate sui minimi ed offrano un’altra opportunità per essere accumulate a prezzi opzionali.
Tra le notizie positive sotto gli occhi di tutti, i lockdown stanno finendo a velocità impensabile solo due settimane fa e i nuovi casi di Covid stanno scendendo in tutto il mondo con un livello di letalita’ in forte calo.
Risultati
In settimana Deutsche Post riporta bene e parla di una situazione che si sta normalizzando e conferma i 5bln di EBIT per il 2022 (9x EBIT). La societa’ sta vedendo volumi di consegne legate all’e-commerce simili a quelle che avvengono prima di Natale. Riporta anche E.On che ha una divisione clients (quella responsabile finale della somministrazione di energia al cliente) significativa ma che non riporta per ora un aumento di insolvenze. Questo depone bene per societa’ come Engie o Centrica, entrambe molto depresse su questi timori. Se indubbiamente e’ molto probabile che le insolvenze arriveranno, crediamo possano essere gestite. Bouygues riporta bene nella parte telefonica mentre la parte costruzioni risente del lockdown. La divisione costruzioni beneficerà probabilmente degli investimenti infrastrutturali europei post- covid. Il titolo tratta a 3,8x l’EV/EBITDA con una volta debito/EBITDA e questo rappresenta a nostro avviso un buon livello di accumulazione. Infine ABN riporta risultati appesantiti da forti accantonamenti prudenziali post-Covid e una perdita nella parte trading. Su questo reporting il titolo ha perso il 15%, arrivando a 0,28x il TBV, nonostante un faraonico 17% plus CT1 (14% Basel IV).
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